Jacopo Torriti

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Ciao Dani

SPIEGAZIONE DELL’OPERA

Daniele era un bravissimo artista del pennino, con la mania per il Giappone. Purtroppo la sua dipartita sopraggiunta troppo presto – per un male che gli ha devastato i polmoni – ha troncato sul nascere un talento livornese, di cui ahimè ben pochi nel territorio sembrano serbare memoria.
Da parte mia, per tutto questo tempo il suo ricordo di artista – nonché di amico – non mi ha mai abbandonato, anzi, continua a spronarmi di volta in volta ad andare avanti nella vita: poiché quale che sia il (brutto) momento io stia passando, è da considerarsi assolutamente insignificante se paragonato
a quello che lui da solo ha dovuto passare. Dico di più. È a lui che io debbo i miei primi passi in campo grafico. Ricordo infatti che, a distanza di qualche mese dalla sua dipartita, fui come colto da un impellente bisogno di scarabocchiare linee e forme elaborate, le prime di una lunga serie ancora da concludersi.

Potrà suonare retorico, ma io ho sempre interpretato questa mia improvvisa riscoperta del disegno come un ipotetico passaggio del testimone (o della matita), una sorta di missione artistica di cui mi faccio carico da più di un decennio. Un onere, pardon, un ONORE a cui non posso, non voglio sottrarmi.
Che la mia proposta grafica dunque sia vista come un mio timido omaggio visivo a questo immenso Mercuzio, a cui io debbo tanto, tantissimo a livello artistico. Un ottimo modo per farlo rivivere tra le mie linee.

PRESENTAZIONE DELL’ARTISTA

JACOPO TORRITI – Livorno

Laureato in Cinema, musica e teatro a Pisa (nel 2010) e in Discipline della musica, dello spettacolo e del cinema dell’Università di Udine (nel 2013), Jacopo “Regy” Torriti, classe 1987, livornese di nascita, da sempre alterna la teoria cinematografica con la pratica, ora collaborando con amici videomakers (tra i quali, Luca Bardi e studio Henzō) nella realizzazione di filmati e animazioni, ora lavorando a progetti personali di editing video (principalmente mashup e video essay). È nei ritagli di tempo che la sua matita azzarda a scarabocchiare qualcosa. Da artista autodidatta, Jacopo s’impegna costantemente a fissare su carta le illuminazioni e/o suggestioni ricevute dalla realtà circostante, sperimentando col colore attraverso un’eterogeneità di strumenti a disposizione (matite, pennarelli, tempere, pastelli ecc…), e senza disdegnare in tempi recenti l’utilizzo del digitale (grazie agli insegnamenti di artisti grafici Angela Vianello e David Orlandelli).